CHI SIAMO

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CHI SIAMO

Ci sono luoghi che non nascono solo da un progetto: nascono da un’idea di mondo.
L’Hotel Montemezzi è uno di questi. Quando abbiamo aperto per la prima volta le porte, quasi vent’anni fa, non sapevamo ancora quanto questo posto sarebbe cresciuto, quante persone avrebbe accolto, quante storie avrebbe raccolto nelle sue stanze.

Sapevamo però una cosa: volevamo creare un luogo in cui l’ospitalità non fosse soltanto un servizio, ma un gesto. Un’attenzione. Una forma di cura.
Il nome che abbiamo scelto – Montemezzi – racchiude tutto questo. È un omaggio a un artista, Italo Montemezzi, alla sua musica e al suo legame con questa terra. Un nome che oggi raccontiamo con una pagina dedicata, perché comprende tutto ciò che siamo: radici, cultura, territorio, visione.

E se oggi entri qui e senti un’atmosfera fatta di calma, sorrisi e dettagli, è perché per noi l’ospitalità è una melodia che si suona insieme, ogni giorno.

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1. Vent’anni di strada – una storia che continua

Ogni settimana, da mesi, stiamo rivivendo la nostra storia. Non per nostalgia, ma per capire quanta strada abbiamo fatto e quanta energia ci ha portati fin qui. Ci siamo riguardati, letteralmente: ricordi di festività passate, evoluzioni del nostro logo, momenti di festa, iniziative che ci hanno resi parte attiva della comunità.

Il progetto Montemezzi è nato con una visione chiara: costruire un hotel che fosse contemporaneo, accogliente, innovativo e profondamente legato al territorio. Negli anni abbiamo attraversato periodi di entusiasmo e altri più complessi – come la crisi del 2015, o il periodo della pandemia, quando abbiamo scelto di non chiudere mai, restando un punto di riferimento per chi aveva bisogno di un luogo sicuro.

Abbiamo fatto scelte coraggiose, altre difficili, altre ancora profondamente intuitive.
Ma tutte hanno scritto un pezzo di questa storia, che oggi celebriamo con orgoglio e con gratitudine verso chi ci ha accompagnati.

Il 6 maggio 2026 spegneremo 20 candeline. Ma è già da ora che stiamo celebrando ciò che siamo diventati.

2. Le persone – la nostra voce, il nostro ritmo

Se c’è una cosa che questi vent’anni ci hanno insegnato è che un hotel non è mai fatto solo di camere, corridoi e reception.
Un hotel è fatto di persone.

Le voci che accolgono al check-in, gli sguardi attenti, le mani che preparano una stanza come se fosse la prima del giorno, chi controlla un dettaglio tecnico, chi aggiusta, chi pulisce, chi organizza, chi forma, chi guida.

Dietro ogni sorriso c’è un lavoro di squadra, una dedizione che spesso resta invisibile. Eppure è proprio da lì che nasce il nostro modo di ospitare: dal valore umano.

Negli anni il nostro team è cresciuto, si è rinnovato, ha accolto giovani, ha formato professionisti, ha costruito un clima familiare. Abbiamo creato momenti per celebrare questa appartenenza – come il nostro Montemezzi Day – perché crediamo che chi lavora qui debba sentirsi parte di un progetto, non solo di una struttura.

E quando arrivano nuovi colleghi, li accogliamo con un percorso dedicato: “Tutti a bordo!”. Perché l’ospitalità, prima ancora che verso gli ospiti, deve essere verso chi condivide il nostro corridoio ogni giorno.

3. La cura – ciò che non si vede, ma si sente

L’ospitalità non è una parola, è una pratica.
È la manutenzione attenta, quella che interviene prima ancora che qualcosa si rompa.
È l’housekeeping che entra in una stanza e la trasforma in un luogo sereno, organizzato, perfetto.
È la precisione silenziosa, quella che non si nota ma fa la differenza.

Negli anni abbiamo imparato che la cura è fatta di tanti dettagli: la pulizia, la sicurezza, la manutenzione, le nostre divise – che hanno attraversato varie versioni, proprio come la nostra identità.

Ogni reparto ha il suo ritmo, il suo gesto quotidiano, la sua armonia. E tutti insieme creano quel senso di comfort che gli ospiti percepiscono senza sapere esattamente da dove provenga.
Da dietro le quinte, appunto.